Ti sei mai chiesto che tipo di Genitore sei e perché?

La Genitorialità è un mestiere molto complesso, come vi dicevo in questo video.
Un mestiere, perché è proprio un lavoro che la Persona deve fare su di Sé H24,
da quando diventa Genitore fino alla fine del suo tempo.
È un mestiere che richiede un lavoro sulle Relazioni:
la Persona con Se stessa,
la Persona con Chi condivide la genitorialità dei propri Figli,
la Relazione con i Figli,
la relazione con il sociale,
come percepisce il sociale quel Genitore,
come quel Genitore si vuole far percepire dal sociale con modelli educativi dentro ai quali entrerà a far parte il proprio Figlio o Figlia che sono quelli educativi per eccellenza, quindi il percorso di scolarizzazione.

È un mestiere molto complesso e delicato che richiede una buona dose di pazienza ed umiltà e tanto altro ancora.

La complessità della genitorialità passa attraverso l’idea che la Persona ha di Se stessa come Figlio, quello che ha vissuto la Persona come Figlio ed è importantissimo, come la Persona ha vissuto i propri Genitori:
se sono stati Genitori secondo un modello restrittivo, secondo un modello molto emancipato, secondo un modello molto basato sulla cultura, molto sulla libertà.

Noi veniamo da Famiglie e ogni Famiglia ha il suo modello educativo, quindi, la Persona, a seconda della sua Famiglia d’origine, avrà dato una sua interpretazione ad un concetto di genitorialità, poi accade che il Genitore, come spesso si dice, nasca esattamente lo stesso giorno in cui nasce il suo primo Figlio.
Quindi il Genitore prima non esiste, esiste nel momento in cui arriva un Figlio, che coincide anche alla nascita di quel Figlio.

È poi per questo che molte volte i primogeniti raccontano di avere avuto maggiore visibilità per i propri Genitori rispetto ai Fratelli che sono arrivati dopo quel primo Figlio, perché il primo Figlio è una situazione dove s’impara a gestire la propria genitorialità.

Poi, come in tutte le professioni, si può anche migliorare…
…si può anche peggiorare eh,
che inizia con la nascita del primo Figlio.
All’interno di questo percorso, la Persona, quindi, deve ragionare su di Sé rispetto a quella che è stata la sua vita la sua visione di Figlio, quindi che Genitore ha avuto e su quello parte per costruire la propria genitorialità, è un punto di partenza.

Se un Genitore è orfano, il suo punto di partenza sarà l’adulto che l’ha educato, che l’ha accudito, diciamo una figura parentale cha ha sostituito quella di sangue, diciamo.

Poi il Genitore deve fare i conti con il confronto con l’altro Genitore, quindi ragionare insieme su un modello:

due Persone si incontrano, vengono da situazioni e storie differenti, a volte anche culture completamente diverse, decidono di unirsi e di costruire una Famiglia, quindi una cultura, una cultura, deve formare un terzo livello culturale e non parlo solo di cultura vera e propria ma un concetto, dico:

modello familiare + modello familiare = terzo modello familiare

che va costruito giorno per giorno, sul quale, molto spesso, nascono dei dissapori tra i Genitori, perché non sono d’accordo, magari, su come educare i propri Figli.

E su quello devono invece trovare una mediazione, quindi ci sarà la volta in cui uno dovrà negoziare più dell’altro, dovrà concedere e cedere su alcuni punti.
Penso che sia importante che sia una crescita insieme, quindi, ci si ascolta, e poi si decide.

Ed è per questo che è importante non mostrare mai un disaccordo davanti ai Figli, perché se i Figli vedono i due Genitori in disaccordo è su quel disaccordo che vanno a pestare, mi concedete il termine?

Quindi vanno ad insistere in modo da creare una disalleanza tra i Genitori e dopo i Figli hanno gioco facile nel fare la loro vita distante da un modello genitoriale, come vuole essere passato.

Poi c’è anche la parte di livello sociale, quindi li voler apparire come Genitori modello o sentirsi “colti in castagna” se qualcuno dice che il modello che stai applicando come Genitore non vada bene.
E, se non va bene quel modello, come Genitore ti puoi trovare smarrito e pensare di essere stato criticato come Persona, non come Genitore, quindi viverla un po’ come una ferita narcisistica e quindi criticare il modello educativo che ti viene proposto da altri e non cambiare, quindi il tuo non metterti in discussione.

Voi capite che è in questa direzione che parlo di mestiere, di complessità del mestiere…
Ma la bellezza in questo mestiere, è che la possibilità dell’errore deve esistere nella professione del Genitore. Deve esistere, perché è impossibile non sbagliare.

Ma l’errore deve essere contenuto, non deve creare un danno a Sè e agli altri.
L’errore può essere una svista, un aver sottovalutato una situazione, un qualcosa che, comunque, all’interno di quell’errore, permette un confronto tra Genitori e Figli che sviluppi in loro la possibilità di ragionare e quindi di parlarsi.

In un video che ho pubblicato in cui raccontavo che è comunque possibile fare delle terapie familiari anche con Figli adulti là dove ci sono delle incomprensioni che creano distanze dolorose, qualcuno ha commentato dicendo che il Figlio adulto non lo riesci più a portare da un terapeuta.
Non sono completamente d’accordo su questo tema, perché mi sembra un assolutismo che non corrisponde alla mia esperienza professionale.

Molte volte i dissapori all’interno delle famiglie sono davvero molto pesanti e l’utilizzare un Professionista, una Persona esterna alla Famiglia, invece, riesce a smuovere punti di vista, che non vuol dire andare poi a braccetto o diventare improvvisamente tutti felici e tutti che si vogliono bene.

Vuol dire semplicemente che all’interno di un percorso di terapia familiare, si chiariscono i ruoli, si chiariscono le posizioni, si chiarisce che cosa ad una Persona non vada bene dell’altro, per poi decidere come frequentarsi, se frequentarsi e a che livello rimanere di Famiglia.

È un po’ come quando si va in terapia di coppia dove, in realtà, il percorso di coppia, non è finalizzato a far sì che le due Persone stiano insieme, ma semplicemente che trovino dei punti di condivisione, di contatto, per capire che cosa vogliano fare della loro Relazione.

La Relazione Genitori e Figli è complessa, perché, in realtà, è sempre in crescita evolutiva, perché un Genitore ha un Figlio appena nato che cresce e diventa una Persona, un adulto, con dei cambiamenti e all’interno di quella Relazione entreranno a far parte altre Persone e quindi la complessità della Relazione, si amplificherà a seconda di Chi, Genitori e Figli, incontreranno sulla loro strada.

Se vuoi scrivere la tua storia e come hai vissuto tu come Figlio i tuoi Genitori è un ottimo punto di partenza, per riuscire a capire da dove parti.

Se ti va di fare un commento scrivilo sotto ricordati però che questa è la Fucina dei Pensieri , un luogo dove teniamo caldo il Pensiero, perché possa allargarsi, quindi scrivi i tuoi commenti in maniera costruttiva per te mentre li scrivi e per Chi ti leggerà.

Buona genitorialità e buon essere Figli a tutti!

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